Le Regioni in ordine sparso: il Veneto apre al jogging ma dalla Lombardia alla Campania le librerie restano ancora chiuse.
“E’ giusto che ci sia un dibattito, ma il Governo non ha nessuna confusione. Ha le idee molto chiare, ha dato indicazioni alle Regioni molto chiare, quando abbiamo dovuto chiudere abbiamo chiuso”, ha detto la ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli a Omnibus su La7, aggiungendo che “riaprire e riaprire nel modo giusto, con la gradualità e la cautela necessaria ci consentono di affrontare la prossima stagione con tranquillità”. “Il Governo ha l’umiltà e l’intelligenza di ascoltare sia gli scienziati che gli esperti per approcciare la fase 2 post emergenziale del coronavirus, ma il Governo sa che la decisione è comunque politica e le conseguenze della decisione determinano condizionamenti nella vita delle prossime generazioni”, ha detto la ministra. “Il Governo ha tenuto una linea molto chiara. Finora queste decisioni hanno dato dei risultati, poi vedremo alla fine. Però – ha concluso – bisogna tenerla questa linea, la linea della cautela e della prudenza”. De Micheli ha anche sottolineato che “l’Europa ci serve in questa fase 2”.
Librerie, cartolerie e negozi di vestiti per bambini chiusi in Sardegna sino al 26 aprile e vietata l’apertura degli esercizi commerciali il 25 aprile e l’1 maggio. Lo ha deciso il governatore Christian Solinas che ha firmato nella notte l’ordinanza più restrittiva delle misure decise dal Governo nell’ultimo Dpcm. Prosegue anche lo stop al pubblico per gli studi professionali, mentre c’è una minima apertura per quanto riguarda l’attività motoria svolta all’aperto. Come già deciso in Veneto, via il limite dei 200 metri dalla propria abitazione (che resta valido solo per la passeggiata con gli animali domestici), lo sport dovrà essere “strettamente personale nelle immediate vicinanze della propria abitazione col rispetto delle distanze minime di sicurezza da qualunque altra persona di almeno un metro e, comunque, muniti di adeguata mascherina”; infine oltre ai parchi e giardini pubblici o aperti al pubblico viene interdetto l’ingresso nelle spiagge. Tutte le misure rimarranno in vigore sino al 3 maggio.
Secondo l’ultimo DPCM riaprono oggi le librerie, le cartolerie e i negozi di vestiti per neonati e bambini. Ripartono le attività forestali, l’industria del legno e anche la produzione di computer. Ecco i primi spiragli nel lockdown da coronavirus. La serrata pressoché totale viene prorogata ancora, da oggi fino al 3 maggio, compresa la stretta sui rientri dall’estero e sui viaggi di lavoro nel nostro Paese, con controlli agli imbarchi e stop ai viaggi per chi ha la febbre. Intanto il governo studia un possibile anticipo della Fase 2, per far ripartire alcune attività già dalla prossima settimana: in testa moda, automotive e metallurgia.
Non è ancora la Fase 2, ma è almeno il primo timido passo di un nuovo inizio. Tra gel e mascherine, librerie, cartolerie e negozi d’abbigliamento per l’infanzia riaprono quindi i battenti, con tutte le precauzioni del caso. Ma non è così in tutta Italia. Non sono poche le regioni – con una babele di ordinanze – che hanno deciso di mantenere le forti restrizioni del lockdown, mentre altre hanno invece cominciato ad allentare le maglie dei divieti sulla scia dei dati ormai stabili, se non in lieve calo, dei contagi da coronavirus.
E non è escluso che la prossima settimana possano ripartire anche altri settori dell’industria, come quello della moda, dell’auto o della metallurgia, anche se il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, invita alla calma. “Al momento – ha detto ieri – si tratta di ipotesi premature”. In un Paese ancora blindato anche sul fronte della mobilità – con le limitazioni confermate domenica dal Ministero dei trasporti sul traffico aereo, automobilistico, ferroviario e marittimo – da oggi si tenterà, dunque, la lenta ripresa.
Non sarà così in LOMBARDIA. L’ordinanza firmata sabato dal governatore Attilio Fontana vieta la riaperture di librerie e cartolerie, anche se consente invece quella dei negozi di abbigliamento per l’infanzia. “In questi ultimi giorni dobbiamo cercare di essere più rigorosi possibile”, ha detto il presidente, che ha disposto anche l’uso di mascherine all’aperto (o comunque l’obbligo di coprire naso e bocca con qualunque indumento) e lo stop ad alberghi e strutture ricettive. Gli studi professionali, poi, potranno aprire solo per servizi indifferibili e urgenti. Rigore anche da parte del presidente della Regione CAMPANIA, Vincenzo De Luca, che ha confermato la chiusura di librerie e cartolerie, limitando poi l’apertura dei negozi di abbigliamento per i più piccoli a due mattine la settimana, dalle 8 alle 14. In Campania sarà vietato anche il cibo d’asporto. Resta lo stop totale in PIEMONTE “per non vanificare gli sforzi fatti finora”, come ha detto il governatore, Alberto Cirio. “Dobbiamo mantenere le misure di contenimento – ha detto Ospite di Rai Radio 1 il governatore Alberto Cirio -, trovo assurdo permettere di riaprire una libreria. Stiamo lavorando per far stare la gente in casa e riaprire una libreria vuol dire che giustifico il fatto che uno esca per andarsi a comprare un libro. Non l’ho proprio capita…”. “In questo momento, almeno per il Piemonte è prematuro ed è il motivo per cui rimangono chiusi”.
Il LAZIO posticipa invece al 20 aprile la riapertura delle librerie per consentire ai proprietari di mettere in sicurezza i locali. In EMILIA-ROMAGNA resta la stretta sulle cosiddette zone arancioni, cioè le province di Piacenza, Rimini e sulla città di Medicina. Leggera riapertura, invece, in LIGURIA, dove il governatore, Giovanni Toti, ha firmato l’ordinanza che consente di andare agli orti e ai frutteti, di riprendere i lavori di giardinaggio e di procedere alla manutenzione degli stabilimenti balneari e dei chioschi in vista dell’imminente, ma quantomai incerta, stagione estiva (misure analoghe a quelle consentite in ABRUZZO). Sì anche ai piccoli lavori di manutenzione edile e alle attività dei cantieri nautici propedeutiche alla consegna, alla manutenzione dei campi di calcio e da golf.
‘Soft lockdown’, invece, in VENETO. La nuova ordinanza del presidente, Luca Zaia, consente di fare attività motoria anche oltre i 200 metri da casa, “ma non si può certo arrivare a 4-5 km, è ovvio, serve buonsenso”, precisa il governatore. Per uscire di casa, però, ci sarà bisogno di mascherina, guanti, e gel, mentre chi ha più di 37.5 di febbre non potrà scendere in strada. Aumentato anche il distanziamento sociale che passa da uno a 2 metri. La SICILIA proroga le misure restrittive, con l’obbligo soft delle mascherine, seppur recependo le aperture del nuovo Dpcm. Obbligo di mascherine all’aperto in FRIULI VENEZIA GIULIA, dove sarà consentito fare attività motoria, ma solo vicino casa. Sì alla riaperture di librerie e cartolibrerie in TOSCANA, ma solo se gestori e clienti indosseranno la mascherina. In TRENTINO restano chiusi i negozi per l’infanzia e le librerie, mentre potranno riprendere le attività produttive all’aperto e le attività nei cantieri, stradali ed edili. Sui luoghi di lavoro, però, vanno garantiti il termoscan, le mascherine e le distanze minime.