Figc: Gravina, rischio stop A se giocatore è positivo

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Presidente federcalcio: ‘Non possiamo escludere nulla’

 “Dobbiamo essere realisti, c’è anche la possibilità, il rischio reale che qualcosa di questo tipo esiste. Adotteremo in quelle circostante tutti i provvedimenti necessari per garantire prima la tutela dei nostri atleti e poi capire che cosa si può fare e che impatto può avere sulla competizione sportiva”. Così in una intervista a Dribbling sulla Rai, il presidente della Figc Gabriele Gravina sulla possibilità che si verifichi un caso di Coronavirus per un calciatore della Serie A. Prendete in esame eventualmente anche l’ipotesi di sospendere il Campionato? “Non possiamo escludere nulla né possiamo azzardare ipotesi che oggi non riusciamo ancora a prevedere”.

 Il Consiglio Comunale di Norimberga ha chiesto l’annullamento dell’amichevole con l’Italia del 31 marzo. Ma sono a rischio le due partite contro Germania e Inghilterra? “Ho letto che l’amministrazione comunale di Norimberga chiederà alla Federazione tedesca di rinviare. In Inghilterra c’è una disposizione di sottoporre gli italiani che arrivano ad una quarantena, mi auguro – afferma il presidente della Figc Gravina – che si possa comunque giocare rispettando anche qui il principio della salute di tutti i nostri tifosi ma comunque giocare almeno a porte chiuse”. Quanto è stato forte il rischio mercoledì scorso che saltasse il banco e che la Serie addirittura potesse fermarsi? “Un rischio molto basso – assicura Gravina – un rischio collegato ad un momento di confronto acceso. Non avrei mai permesso un blocco di questi tipo”. Dopo 5 ore di discussioni infuocate però i vertici della Lega sono venuti qui, nella sede della Federcalcio, per trovare una soluzione. Su che cosa ha puntato perché venisse raggiunto un accordo? “Su quella che è l’esigenza dell’interesse generale del calcio italiano, dei nostri tifosi, ma soprattutto, anche se è l’ultimo punto, dell’interesse economico di tante società”. Chiusura sul presidente della Juventus Agnelli che insiste su una Champions League che prescinda dai risultati sportivi per i Club che hanno meno tradizione europea. Ma la Federcalcio può accettare una soluzione di questo genere. “Non la può accettare la Federazione come non lo possono accettare i principi sui quali si fonda il valore della competizione sportiva – afferma Gravina – Voi sapete io sono stato uno di quei protagonisti di una favola che è stata resa possibile grazie al valore sportivo. Come l’Atalanta oggi dimostra a livello non italiano, ma a livello internazionale. Ed un modello che genererà sicuramente uno degli effetti positivi per costruire anche una delle più belle storie del calcio italiano e anche del calcio internazionale”

Fonte:ANSA

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