Esattamente 40 anni fa veniva ucciso John Lennon.
Un cantautore, un padre, un’eroe, un pacifista, un alcolista, un genio.
E come direbbe qualcuno, i geni sono un po’ tutti matti.
Tentano di cambiare il mondo e di riflesso anche loro stessi. Si fa così, quando fai parte dei Beatles e sei entrato nel cuore della gente. Quando interpreti quei pezzi quasi fossero stati scritti per te, uomo qualunque.
Un’universalità musicale che accomuna tutti, che ci rende partecipi di tanta commozione e venerazione.
Un’icona che canta d’amore, di pace, di speranza, di solitudine.
Sentimenti contrastanti e veri che ci prendono per mano lungo le strade sterrate della vita.
Lui sapeva interpretarli bene, raccontarceli con quel filo di voce che arrivava alle corde dell’anima fino a scuoterle e rianimarle. Un destino crudele il suo, quello di 40 anni fa. Cinque colpi di pistola, uno a vuoto, arrivati da un suo fan per un concatenamento di pensieri ed eventi che chiameremo forse destino.
Ciò che rimane è il leitmotive che fa da sottofondo ai nostri momenti. Si, i nostri momenti. Quelli belli e quelli meno belli.
Così, con quell’aria perduta e malinconica infiliamo le cuffie e ascoltiamo, Nobody loves you, l’ascoltiamo fino alla noia, pensando che infondo nessuno ci capisce.
Quando siamo innamorati invece “Jealous Guy”, sembra perfetta come dichiarazione d’amore. “(Just) like starting over”, quando l’amore ritorna e bussa alla porta del cuore.
E se poi volessimo rilassarci pensando e fantasticando un mondo migliore beh esiste “Imagine”.
Note che arrivano al cuore, per ogni stato d’animo che ci attraversa e scorre dentro. John Lennon, una leggenda, accesa come quelle lucine fisse di Natale dalle quali non vorremmo mai separarci. Perché riportarle in soffitta? Quelle luci hanno un non so che di speciale e magico. Proprio come lui.
“Immagina che non ci siano nazioni, non è difficile da fare. Che non ci sia nulla per cui uccidere o morire. Immagina tutta la gente vivere la vita in pace”
Un mondo migliore con lui era possibile.
G.C.